martedì 15 giugno 2010

Beck - Mutations (1998)

Decisamente il mio disco preferito di Hansen, seppur abbia segnato una certa normalizzazione rispetto alle prime iconoclastiche produzioni. Ma l'accuratissima produzione vintage e la squisita bellezza del songwriting di Mutations lo rende comunque molto speciale anche se fu pubblicato solo per ragioni contrattuali, e lo ricordo come un ascolto molto assiduo nell'estate del 1998.
Erano proprio dei begli scarti, gli 11 pezzi, caratterizzati da un atmosfera generalmente tranquillissima, in bilico fra country, blues e una leggera psichedelia come l'iniziale Cold Brains o l'incantevole Nobody's fault but my own, una sorta di The End aggiornata agli anni '90 come ballad trasognata e misticheggiante. Un inaspettato feeling rinascimentale grazie all'harpsichord premia We live again, che diventa quasi un leggero prog in Dead Melodies. Arie brasileire nell'allegra Tropicalia, country-rock frizzante in Bottle of blues, croonering di classe in O Maria, un impennata di energia col fuzz rollante di Diamond Bullocks e infine i rintocchi sinistri della sublime Runners dial zero che chiude magistralmente un disco che non sbaglia un pezzo.

(originalmente pubblicato il 25/09/09)

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