Non so se il confronto sia plausibile. La canicola opprimente di questa mediana estate si applica perfettamente all'ascolto dei ritmi pigri del disco che terminò la storia Bedhead.
Ritmi adatti ai movimenti sonnolenti che il caldo impone, alla minor soglia di concentrazione e voglia di movimento. D'altra parte il Texas è geograficamente collocato a latitudini ben temperate, e l'immane immobilismo dell'opening Exhume fa pensare ad una siesta ai confini col Messico. Smussate le (stra)applaudite acerbità di WhatFunLifeWas, passando attraverso la felice riconferma di Bedheaded, i Kadane bros continuavano a produrre delizie d'indolenza. More than ever è un altra insolazione a passo di lumaca, bava dissetante. Ci si ripara all'ombra di Half thought: l'arte del fondere 3 chitarre in una struttura perfettamente omogenea, l'opera di composizione che fa maggior fuoco sulla struttura più che sulle stratificazioni, riuscendo nel miracolo di non farle rimpiangere. Manifesto d'intenzioni Lepidoptera, manco volessero citare la brillante metafora dello scomodo critico che ne decantò le gesta per primo nello stivale dalle colonne di Rockerilla.
Si arriva a sera e c'è anche un po' di fresco: il power-pop di Extramundane e le abrasioni dinosaurminori di Psychosomatica (fatti salvi guitar-soli) fanno pensare ad una sorta di scommessa con loro stessi, sapendo di averla persa in partenza. Fortunatamente il tremolio rassicurante di The present pone la scritta The End con un ottica squisitamente positiva.
E il proseguio della storia non deluderà senz'altro.
Ritmi adatti ai movimenti sonnolenti che il caldo impone, alla minor soglia di concentrazione e voglia di movimento. D'altra parte il Texas è geograficamente collocato a latitudini ben temperate, e l'immane immobilismo dell'opening Exhume fa pensare ad una siesta ai confini col Messico. Smussate le (stra)applaudite acerbità di WhatFunLifeWas, passando attraverso la felice riconferma di Bedheaded, i Kadane bros continuavano a produrre delizie d'indolenza. More than ever è un altra insolazione a passo di lumaca, bava dissetante. Ci si ripara all'ombra di Half thought: l'arte del fondere 3 chitarre in una struttura perfettamente omogenea, l'opera di composizione che fa maggior fuoco sulla struttura più che sulle stratificazioni, riuscendo nel miracolo di non farle rimpiangere. Manifesto d'intenzioni Lepidoptera, manco volessero citare la brillante metafora dello scomodo critico che ne decantò le gesta per primo nello stivale dalle colonne di Rockerilla.
Si arriva a sera e c'è anche un po' di fresco: il power-pop di Extramundane e le abrasioni dinosaurminori di Psychosomatica (fatti salvi guitar-soli) fanno pensare ad una sorta di scommessa con loro stessi, sapendo di averla persa in partenza. Fortunatamente il tremolio rassicurante di The present pone la scritta The End con un ottica squisitamente positiva.
E il proseguio della storia non deluderà senz'altro.
(originalmente pubblicato il 16/07/09)
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