martedì 8 giugno 2010

Black Dice - Broken Ear Record (2005)

E' possibile non capire nulla da un disco? A me capita con questo, che non a caso è per orecchie rotte. Ed è senz'altro positivo: l'elettronica destrutturata, arzigogolata e cacofonica dei dadi neri è un ascolto quasi divertente nella sua globalità. Un mostro deforme che alterna stati d'animo alieni e sub-normali: la danza tribal di Snarly yow si dipana fra fischi carioca manipolati, frecciate di synth come krauters sfatti, e sfuma in una nebbia argentata di riverberi minimalistici. Ancora ritmi caracollanti nella geniale Smiling off; le cose migliori le si apprezzano dopo diversi ascolti. Gli incastri dissonanti sono formati da voci trattate, tastierine dai giri demenziali, brumose arie ambient, per un risultato finale assolutamente fuorviante. Sembra che abbiano campionato la storia della musica sperimentale degli ultimi 40 anni, rimasticato e sputato fuori come colori a caso su una tavolozza. Non c'è più nulla di tradizionale, si ascolti la chitarrina in secondo piano su Heavy manners, un loop fra i tanti. Non è che il risultato del lancio sia molto difforme su Street dude e Twins, al punto che alla fine il carnevale da centro d'igiene mentale di Motorcycle è una vera e propria boccata d'aria dopo l'apnea alla quale si è costretti precedentemente.
A loro modo, davvero simpatici; il risultato non è proprio un 12, ma in questo caso non è importante quanto le facce propositive.

(originalmente pubblicato il 19/07/09)

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