venerdì 4 giugno 2010

Black Keys - Magic Potion (2006)

Ha ancora senso fare blues-rock negli anni zero? Con la pretesa poi di essere alternativi?
Ok, a meno che non si faccia parte di quella schiera di vanitosi impenitenti che hanno un pubblico aggiornato al 1976, o maniacalmente legato agli aspetti tecnici e virtuosi dimenticandosi il lato artistico della musica. I BK in realtà provengono da un humus molto garage-punk, sebbene questo lato sia stato sotterrato col passare dei primi dischi. La schiera di personaggi illustri che si dichiarano fan e certi inserimenti su spots non hanno fatto altro che alimentare l'attenzione verso il duo americano, per certi versi affine ai White Stripes. La mancanza della forza normalizzatrice del basso è un simbolico aiuto a preservare Magic Potion da una banalizzazione comunque vetusta come il cucco. Non ci sono grosse varianti nel corso del disco; si fa apprezzare la bella voce di Auerbach, che in certi frangenti ricorda addirittura Rodgers dei Free. Ma al 90% sono riff post-zeppeliniani (e se dico post significa riciclati dai post-riciclatori) che non inventano nulla. Non basta a salvarli un'interpretazione viscerale e pasionaria.

(originalmente pubblicato il 21/06/09)

Nessun commento:

Posta un commento