Raccolta dei primi due EP con il quale Trainer varò il progetto BLC, del quale sentiamo la mancanza di una nuova uscita e confidiamo in un ritorno che ci consoli dalle prove sempre più deludenti di Albini, anche se ben poco ha sempre avuto a che fare col noise degli Shellac.
Il cd va a ritroso, nel senso che inizia con Call it a day, il secondo EP del 1991, ma la scelta è indovinata perchè è un vero killer a 5 tracce. L'ibrido originalissimo di un Nick Cave afono con un Tony Iommi zavorrato e purgato di assoli trova qui la fotosintesi miracolosa che si confermerà appieno con Tragedy Tragedy. Gli 8 minuti di Sitting Pretty sono un festival pirotecnico di hard-blues circolare, rigorosamente senza basso, che invade e satura le casse con una violenza indirettamente brada. I pezzi di Trainer sono fatti da power chords enfatici e lenti, la batteria minima ed essenziale, ed un ispirazione melodic-southern come nella tonante title-track, in cui fa capolino persino un synth ossessivo. Lo stomp-doom di Snow stopper continua l'ipnosi su livelli altissimi, e quando nel finale compare una rustica armonica siamo ad un passo da The wizard dei Sabbath filtrata sotto un ottica codeiniana. Movimenti grevi quasi sinfonici oscurano la pastorale Kiss of death, e le scansioni ineffabili di Killer sono così pesanti da sentirsi i piedi piombati.
Il fenomenale EP era stato anticipato nel 1989 da Eye for an eye, tooth for a tooth, che forse era un pelo acerbo nell'esecuzione ma conteneva già le ottime idee. In particolare la sospensione tetra di Going to go, e gli archi che ravvivano la tensione emotiva di Winterpark.
Solo 3 album in 20 anni per Trainer, sono un po' pochi. Ma chissà che non ci faccia una sorpresa prima o poi.
Il cd va a ritroso, nel senso che inizia con Call it a day, il secondo EP del 1991, ma la scelta è indovinata perchè è un vero killer a 5 tracce. L'ibrido originalissimo di un Nick Cave afono con un Tony Iommi zavorrato e purgato di assoli trova qui la fotosintesi miracolosa che si confermerà appieno con Tragedy Tragedy. Gli 8 minuti di Sitting Pretty sono un festival pirotecnico di hard-blues circolare, rigorosamente senza basso, che invade e satura le casse con una violenza indirettamente brada. I pezzi di Trainer sono fatti da power chords enfatici e lenti, la batteria minima ed essenziale, ed un ispirazione melodic-southern come nella tonante title-track, in cui fa capolino persino un synth ossessivo. Lo stomp-doom di Snow stopper continua l'ipnosi su livelli altissimi, e quando nel finale compare una rustica armonica siamo ad un passo da The wizard dei Sabbath filtrata sotto un ottica codeiniana. Movimenti grevi quasi sinfonici oscurano la pastorale Kiss of death, e le scansioni ineffabili di Killer sono così pesanti da sentirsi i piedi piombati.
Il fenomenale EP era stato anticipato nel 1989 da Eye for an eye, tooth for a tooth, che forse era un pelo acerbo nell'esecuzione ma conteneva già le ottime idee. In particolare la sospensione tetra di Going to go, e gli archi che ravvivano la tensione emotiva di Winterpark.
Solo 3 album in 20 anni per Trainer, sono un po' pochi. Ma chissà che non ci faccia una sorpresa prima o poi.
(originalmente pubblicato il 03/10/09)
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