La giovane Marshall che mette in piazza le proprie inquietudini esistenziali aveva un bel visino acqua e sapone, come si evince da foto, ben lontana dal diventare la lungocrinita frangettata e conturbante cantante soul dell'ultimo disco (una veste peraltro nella quale continuo ad apprezzarla). Un percorso spleen che, fra gli asprissimi esordi di Dear Sir e le morbidezze raccolte di You are free, ebbe Community come tappa intermedia ad esaltare le doti compositive supportate da scarni arrangiamenti, perfettamente adatti allo sleazy-folk di In this hole, o all'urgenza espressiva di Fate of the human carbine. La voce è lo strumento principe, spesso un lamento acerbo dal timbro fascinosissimo, le cadenze che a volte non possono non ricordare la vecchia Nico. I pezzi più ritmati aiutano il disco a decollare: il circolo vizioso di Nude as the news dall'impeto quasi incazzereccio, l'indie-country semi-positivo di Taking People, le lente progressioni di King rides by e Water & Air, la complessa Enough che si sviluppa quasi su coordinate slintiane, per finire con il raga mesto di The coat is always on.
Angoscia e disorientamento al servizio di una personalità in piena crescita.
Angoscia e disorientamento al servizio di una personalità in piena crescita.
(originalmente pubblicato il 09/10/09)
Figura che non sono mai riuscito a digerire.
RispondiEliminaNonostante ne apprezzi le doti e trovi i suoi dischi piacevoli, credo sia un personaggio molto sopravvalutato, forse anche per l'aurea che si è costruita intorno, molto saggiamente, e per la faccina carina.
Al di là del fatto che anni fa accompagnai un'amica invasata ad un concerto fuori Italia in cui lei cantò molto meno bene che su disco e che dopo tre quarti d'ora se ne andò all'improvviso lasciando il pubblico incredulo, mi è proprio antipatica nel modo di fare e trovo il personaggio costruito ad arte, compresi i racconti sui suoi incontri paranormali con angeli e diavoli e le distruzioni di camere di alberghi come da classico mito del rock.
Soprattutto non la considero musicalmente più che una buona voce che fa musica piacevole, al contrario di tanta altra ben più "pesante" che viene ignorata dalla critica.
Che un disco come Jukebox sia stato osannato per me è inconcepibile.
Ti capisco perchè ho letto da diverse parti che ha troncato i concerti dopo poco e sembrava decisamente sotto tono, ma da qui a dire che il personaggio sia costruito, io ci andrei cauto, alla luce anche dei dischi, specialmente quelli all'inizio.
RispondiEliminaIl fatto che Juke Box sia stato osannato credo derivi dalla svolta soul che ha avuto, che è un po' l'opposto del genere in cui si era fatta conoscere.
Infatti lo dico proprio alla luce dei primi dischi e del cambiamento generale anche nel modo di proporsi.
RispondiEliminaRiguardo al concerto, puoi immaginare l'incazzatura di subire la massima mancanza di rispetto verso un pubblico che ha pagato per vederti. Comunque la sua voce in studio è una spanna superiore a quella al naturale.
Nel complesso non dico che non sia una discreta cantautrice, dico che a mio giudizio è enormemente sopravvalutata. Questo è anche il motivo per cui un disco come jukebox viene osannato solo perchè rappresenta una svolta, visto che qualitativamente per me è piuttosto scadente e a tratti anche pura forma.
Sì posso immaginare l'incazzatura e relativo scadimento di gradimento nei confronti. Per me che non ho mai subito quest'affronto, ti dico la verità, Juke Box mi è piaciuto, che poi sia un po' sopravvalutata forse è vero e deriva dalla sua fama di donna pazzoide e vagamente squilibrata (che non è necessariamente una montatura, eh!).
RispondiEliminaPer fare un esempio, PJ Harvey è sempre di un altro pianeta :-)