martedì 8 giugno 2010

Gang Of Four - Solid Gold (1981)

Sono uno di quei gruppi che negli ultimi 10 anni se ne sarebbero potuti tranquillamente restare a casa, o perlomeno soltanto a fare dei live. Nel 2004 il quartetto originale è stato in grado soltanto di ri-registrare qualche pezzo e nient'altro. Meglio soffermarsi sul periodo d'oro dei GOF, ovvero il triennio 1979-1981, con due album killer come Entertainment e il qui presente. Che a mio parere superava l'esordio in virtù di pezzi forse meno immediati ma più taglienti, oscuri e complessi. Come l'opening Paralyzed, che ossessiva e stentorea in una melma funk derelitta. Tutto il disco è
caratterizzato dai classici ingredienti; il basso incisivo di Allen, le coltellate minimali di Gill, il salmodiare (spesso recitato, quasi un proto-rap) di King, la batteria sincopata di Burnham. I toni non sono più quelli scanzonati di Damaged goods, qui si scava nel profondo, fino a raggiungere toni quasi disperati come nella bellissima If I could keep it for myself. Le tracce più angolari sono gli esperimenti meglio riusciti, come A hole in the wallet, What we all want; nonostante l'impianto sonoro non sia variopinto e gli schemi siano sempre legati alla forma-canzone, sono le soluzioni enfatiche a mantenere l'attenzione alta. E persino nei pezzi un filo più accessibili (Cheeseburger, Outside the trains...) ci sono variazioni dissonanti e code rumoristiche a rendere Solid Gold, nel suo complesso, un disco fondamentale per tante espressioni di lì a venire.
I Red Hot Chili Peppers dovrebbero ringraziarli tutti i giorni.

(originalmente pubblicato il 28/07/09)

1 commento:

  1. Find all of the rare Gang of Four I could find by searching at darkcircleroom2.blogspot.com

    Cheers, Dave Sez.

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