Pochi artisti possono vantare il fatto di pubblicare un album di scarti e farlo sembrare un disco alla piena altezza degli ufficiali. E' pur vero che quando si parla di Jeff Martin non sono propriamente la persona più imparziale del mondo, e questo è il mio pensiero su questa antologia uscita nel 2002 dal titolo alquanto ironico e scherzoso. Ben 17 tracce fra il 92 e il 2000, una vera manna per i fans, che esplora per una la prima metà il periodo 96-97, quello col trio di supporto periodo Three Sheets to the wind. Ecco quindi il lato più energico e vigoroso di Martin, impegnato ad arricchire di arte e raffinatezza un sound solo vagamente ispirato ai Dinosaur Jr.
Sono in scena cantilene squillanti e spensierate (Social Studies), abrasivi mid-tempo con la talentuosa 6-corde di Seta in evidenza (Teeth marks, Come over, Breathe ), ballad atmosferiche dal fascino irresistibile (A second chance, Shoulder back). Sugli scudi: la svogliatezza psichedelica unita ad un melodismo fantastico di This day, con tanto di assolo di basso. La devastante Flat Top, quanto di più violento abbia registrato Martin, con una grande prestazione vocale per due minuti e mezzo iper-brucianti. L'inquietante Straw dogs, notturno slow-core con mirabolante assolo di Seta.
Nella seconda metà siamo nel periodo Alas / Hearts of Palm, contraddistinto da una maggior rilassatezza, qualche leziosità però mai fine a se stessa (Much closer now, Spiral).
Nel finale, sorpresa delle sorprese, col ripescaggio addirittura di 3 tracce datate 1992-93, una vera bomba per chi come me ha amato alla follia Year after year. L'efferatezza disarmante di Traces, l'innocenza perduta di Carefully Turning, la chiusura con una delle migliori songs mai scritte dagli Idaho, la cristallina Drown (ma chissà per quale motivo restò nel cassetto?), con la chitarra concentrica di Barry ed i suoi feedback rossi sangue, rende ancor più preziosa questa candida ammissione di bisogno di denaro.
Sono in scena cantilene squillanti e spensierate (Social Studies), abrasivi mid-tempo con la talentuosa 6-corde di Seta in evidenza (Teeth marks, Come over, Breathe ), ballad atmosferiche dal fascino irresistibile (A second chance, Shoulder back). Sugli scudi: la svogliatezza psichedelica unita ad un melodismo fantastico di This day, con tanto di assolo di basso. La devastante Flat Top, quanto di più violento abbia registrato Martin, con una grande prestazione vocale per due minuti e mezzo iper-brucianti. L'inquietante Straw dogs, notturno slow-core con mirabolante assolo di Seta.
Nella seconda metà siamo nel periodo Alas / Hearts of Palm, contraddistinto da una maggior rilassatezza, qualche leziosità però mai fine a se stessa (Much closer now, Spiral).
Nel finale, sorpresa delle sorprese, col ripescaggio addirittura di 3 tracce datate 1992-93, una vera bomba per chi come me ha amato alla follia Year after year. L'efferatezza disarmante di Traces, l'innocenza perduta di Carefully Turning, la chiusura con una delle migliori songs mai scritte dagli Idaho, la cristallina Drown (ma chissà per quale motivo restò nel cassetto?), con la chitarra concentrica di Barry ed i suoi feedback rossi sangue, rende ancor più preziosa questa candida ammissione di bisogno di denaro.
(originalmente pubblicato il 02/06/09)
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