giovedì 10 giugno 2010

Om - Conference of the birds (2006)

L'attività di Cisneros non conosce pause, anche dopo l'abbandono di Haklus. Un nuovo drummer si è a lui unito per procreare altri mantra metallici ed evocativi. Questo secondo parto, dalla bellissima copertina, non ha molto di diverso dal suo brillante successore Pilgrimage. Il lato A, At giza, rappresenta il lato "morbido" degli Om: le sinuose e circolari linee di basso, il vociare monocorde in perenne stato di trance, batteria sempre su ride e tom, con la cassa rintronante. Che a metà pezzo, si ferma lasciando tutto in sospeso per ottenere un senso del vuoto paragonabile agli stati più allucinati dei Pink Floyd epoca 1969, salvo il fatto che non c'è altro che la sezione ritmica più determinata e testarda del mondo. Il lato B, Flight of the eagle, è segnato a fuoco dalle reminescenze Sleep, col fuzz a rischio saturazione continuo, tempi dispari e rullate metronomiche. Tutte cose che, come già ben ribadito, o ci si butta dentro a crogiuolo o ci si procura un'orchite.
E' solo una questione di gusti. Io accendo la prima.

(originalmente pubblicato il 07/08/09)

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