Sono arrivati alla maturità con un percorso articolato e complesso, partendo da derive post-rock ed includendo col tempo una maggior sensibilità gotico-melodica. I loro lavori migliori, e Troubled Sleep e Disaffected hanno saputo condensare le influenze spiccatamente 4AD e wave con un songwriting convincente ed un grande lavoro di effettistica. L'ultima produzione ha lambiccato un po' gli estremi e ridotto la sottile sperimentazione, vertendo essenzialmente sulla forma canzone. Non esattamente una concessione commerciale, ma forse un passetto indietro. Per chi ama il PM sound, comunque, resta una piccola delizia. Nelle titaniche mutuazioni new-wave (The last engineer, Incurable, The king cannot be found, Saints preserve us), le influenze sono ben chiare (Church e Cure su tutte). Nei delicatissimi acquarelli di England's always better, Soldier song, Cities & Factories, Part-monster, si fanno apprezzare i dualismi voce maschile-femminile e le armonie spaziose che ricordano foreste inglesi. Il gotico tipico di Johnson affiora prepotentemente su Great Escapes e Halfway through, forse l'unico vero retaggio dei PM di una decina d'anni fa. Non esattamente un capolavoro, solo un bell'ascolto per fans e nostalgici wave.
(originalmente pubblicato il 15/08/09)
giovedì 10 giugno 2010
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