Dopo la delusione del libro di Di Cioccio, quest'anno mi è andata decisamente meglio come lettura sul Maestro. Premessa: Anima Latina non è un libro per tutti. E' adatto a chi ama in maniera viscerale il disco, lo ha ascoltato almeno 100 volte e ne conosce (o almeno cerca di farlo) ogni inquadratura, ogni respiro ed ogni emozione. E ciascuno di essi gioirà, come l'ho fatto io.
C'è da dire che la selezione si fa ancora più ristretta se se ne parla in toto: dopo un introduzione strettamente statistica sugli anni che circondavano il 1974 nella quale si parla di classifiche, ci si cala a fondo e si scava sul disco. E ciclicamente si trovano disamine strettamente tecniche, che interesseranno solo chi suona uno strumento o ha nozioni disciplinari relative alla musica. Ma quando si va sulle interviste, è gioia per chiunque. Anche perchè alla fine non si è mica soddisfatti, chè sono 400 pagine che si leggono come bere un bicchier d'acqua. E si maledice Maioli che non ha voluto parlare, ci si danna per la scarsa memoria che dimostra gran parte dei protagonisti, ci si appassiona per il duello Dall'Aglio vs. Loprevite per capire chi ha suonato veramente la batteria, questo ed altro. Si rimane emozionati per le parole di Mogol, che dietro la sua corazza autoindulgente e pragmatica, trova anche il momento di commuoversi. Si ride per l'aneddoto di Colucci quando Battisti gli chiese "fammi un pa-pa-rappa-pà", si ride per le battute esilaranti che circondano i racconti.
Insomma, il libro è un vero crogiuolo preziosissimo di informazioni che asseta con soddisfazione la sete di curiosità, di aneddoti gustosi e non fa altro che rendere giustizia a quello che non solo secondo me è uno dei più grandi dischi della musica pop italiana, ma della storia intera.
(originalmente pubblicato il 12/08/09)
C'è da dire che la selezione si fa ancora più ristretta se se ne parla in toto: dopo un introduzione strettamente statistica sugli anni che circondavano il 1974 nella quale si parla di classifiche, ci si cala a fondo e si scava sul disco. E ciclicamente si trovano disamine strettamente tecniche, che interesseranno solo chi suona uno strumento o ha nozioni disciplinari relative alla musica. Ma quando si va sulle interviste, è gioia per chiunque. Anche perchè alla fine non si è mica soddisfatti, chè sono 400 pagine che si leggono come bere un bicchier d'acqua. E si maledice Maioli che non ha voluto parlare, ci si danna per la scarsa memoria che dimostra gran parte dei protagonisti, ci si appassiona per il duello Dall'Aglio vs. Loprevite per capire chi ha suonato veramente la batteria, questo ed altro. Si rimane emozionati per le parole di Mogol, che dietro la sua corazza autoindulgente e pragmatica, trova anche il momento di commuoversi. Si ride per l'aneddoto di Colucci quando Battisti gli chiese "fammi un pa-pa-rappa-pà", si ride per le battute esilaranti che circondano i racconti.
Insomma, il libro è un vero crogiuolo preziosissimo di informazioni che asseta con soddisfazione la sete di curiosità, di aneddoti gustosi e non fa altro che rendere giustizia a quello che non solo secondo me è uno dei più grandi dischi della musica pop italiana, ma della storia intera.
(originalmente pubblicato il 12/08/09)
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