A volte capita di amare, nella discografia di una band, un EP preso a sè stante piuttosto che un album intero. E' il mio caso per gli Swell, che nella prima fase della loro carriera erano un trio molto ispirato nel realizzare un rock campestre e alquanto slacker, in cui il songwriting e il canto fragile di Freel era importante quanto il fragoroso drumming di Kirkpatrick, in primo piano nel mixing finale. Comunque Room to think è un 5-tracks che esemplifica la vena più grintosa dei californiani, in cui le nervose ballads sono spogliate da ogni velleità commerciale preferendo spigolosità elettro-acustiche.
In prima fila, il pezzo migliore di tutta la loro discografia, At long last: una sferzata spettrale in cui Freel alterna una sbilenca acustica a frustate caustiche di elettrica, con una progressione vincente.
In prima fila, il pezzo migliore di tutta la loro discografia, At long last: una sferzata spettrale in cui Freel alterna una sbilenca acustica a frustate caustiche di elettrica, con una progressione vincente.
(originalmente pubblicato il 19/06/09)
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