martedì 8 giugno 2010

Syd Barrett - Opel (1988)


C'è follia e follia.
Opel nasce dalla leggenda degli scarti di Madcap e Barrett, le cui sessions erano state particolarmente prolifiche. Così dopo una ventina d'anni la EMI pensò di tirarne fuori un disco posticcio da vendere alle masse di barrettiani e pinkfloydiani incalliti.
Il livello è alternato. E' evidente che se i brani inediti furono scartati dagli originali c'era un motivo, poi uno può anche aspettarsi che siano mezzi capolavori vista l'eccellenza dei due capitoli. Le alternate takes non aggiungono assolutamente nulla alla sostanza già ampiamente metabolizzata.
La title-track era una letargica ballad, che gira su sè stessa senza combinare un granchè così come Word song e Birdie Hop. Dolly Rocker e Milky way combinano qualcosina in più, sullo stile divertente ed ispirato della mitica Feel. Meglio il surf sballato di Swan Lee, che perlomeno mostra un chitarrista attivo cerebralmente. Let's split fu troncata proprio sul più bello, ed è stato un peccato. Lanky è l'ultimo sprazzo psichedelico, jam impro per due chitarre, vibrafono e bonghi, molto gradevole sulla reminescenza di Interstellar Overdrive.
Secondo me sono solo due le alternate takes da segnalare: Clowns and jugglers che poi è il capolavoro Octopus con la differenza della presenza dei Soft Machine, e già questo basta.
Poi c'è Gigolo Aunt che ha una versione che si distingue per l'impennata vocale schizofrenica nel suo stile irresistibile.
Tutto il resto è ampiamente passabile.

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