L'albero genealogico del glorioso filone artistico di Louisville parte tutto da qui.
Da questo hardcore fatto da diciottenni che è infinitamente più adulto di certo pseudo-punk che certi quarantenni si ostinano a ripetere pedissequamente da più di vent'anni....Sono certo che se si chiedesse qualcosa a Grubbs o a MacMahan su quest'esperienza si metterebbero a ridere, visto il loro percorso artistico successivo. Ma inquadrare i due dischi degli SB in un epoca come la metà degli anni '80 e valutarne la portata significa essere poco al di sotto degli Husker Du.
Skag Heaven fu il secondo ed ultimo, ma anche il primo eponimo fu una scossa sismica indissolubile e non era certo inferiore. L'assalto iniziale di Kid Dynamite è molto rappresentativo; ritmiche serrate, muri di chitarra con flanger, melodismo obliquo e mai sopra le righe. Persino gli schemi compositivi non erano per nulla scontati. La voce di Searcy, seppur sotterrata un po' dal mixing, era un gemito roco e angosciante.
Nel mucchio selvaggio apparivano già anticipi interessanti di ciò che diventerà il futuro: Short Straw wins ad esempio fa intravedere certe stasi che saranno degli Slint, Rose Island Road dara il là alle prime cose dei Bastro. Anthem fenomenali come Too close to the fire o Slake train coming avrebbero meritato ben maggiore visibilità per il pubblico indie.
Dieci pezzi per appena mezz'ora, un concentrato micidiale di adrenalina. Quel che si dice veramente un gruppo di culto, e non solo per il punk.
(originalmente pubblicato il 01/05/08)
Da questo hardcore fatto da diciottenni che è infinitamente più adulto di certo pseudo-punk che certi quarantenni si ostinano a ripetere pedissequamente da più di vent'anni....Sono certo che se si chiedesse qualcosa a Grubbs o a MacMahan su quest'esperienza si metterebbero a ridere, visto il loro percorso artistico successivo. Ma inquadrare i due dischi degli SB in un epoca come la metà degli anni '80 e valutarne la portata significa essere poco al di sotto degli Husker Du.
Skag Heaven fu il secondo ed ultimo, ma anche il primo eponimo fu una scossa sismica indissolubile e non era certo inferiore. L'assalto iniziale di Kid Dynamite è molto rappresentativo; ritmiche serrate, muri di chitarra con flanger, melodismo obliquo e mai sopra le righe. Persino gli schemi compositivi non erano per nulla scontati. La voce di Searcy, seppur sotterrata un po' dal mixing, era un gemito roco e angosciante.
Nel mucchio selvaggio apparivano già anticipi interessanti di ciò che diventerà il futuro: Short Straw wins ad esempio fa intravedere certe stasi che saranno degli Slint, Rose Island Road dara il là alle prime cose dei Bastro. Anthem fenomenali come Too close to the fire o Slake train coming avrebbero meritato ben maggiore visibilità per il pubblico indie.
Dieci pezzi per appena mezz'ora, un concentrato micidiale di adrenalina. Quel che si dice veramente un gruppo di culto, e non solo per il punk.
(originalmente pubblicato il 01/05/08)
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