Fra gli innumerevoli capolavori che uscirono nell'anno di grazia 1969 va annoverato anche questo one-shot inglese, vero ed autentico anello di congiunzione fra il blues-rock anni '60 e il prog-rock dei '70. Un power-trio di fuoco capace di una meraviglia dietro l'altra: John Cann, cantante, chitarrista e compositore, sbarcato a Londra, trovò un lavoro come collaudatore di amplificatori da chitarra elettrica presso un negozio di strumenti musicali (eh, non male come impiego!). Si fece conoscere con diversi progetti, per poi unirsi qui col pirotecnico bassista Mick Hawksworth e con l'elastico batterista Ian Mclane. Il fatto che subito dopo Vincent Crane lo chiamerà negli Atomic Rooster determinerà di fatto lo scioglimento degli Andromeda, ma penso che al riguardo Cann non avrà avuto rimorsi.
Andromeda è un disco di prog senza tastiere, ma anche di hard-blues a schema sciolto e senza regole. Anche se Cann scrive quasi tutti i pezzi e la sua chitarra svisa a tutto gas, di certo la sezione ritmica non è secondaria. In particolare Hawksworth è un bassista pulsante in eterno assolo, una mitragliatrice di note dalle munizioni infinite. Le strutture restano fondamentalmente legate alla forma canzone, retaggio indubbio dei '60, eppure i continui cambi di tono e tempo aprono varchi indissolubili sul progressive nascente. Ad esempio, ci sono tre pezzi sul vinile originale che sono ciascuno divisi in tre parti, ognuna col proprio titolo. Tre mini-suite lunghe non più di 8 minuti in cui sono concentrate tonnellate di idee, con atmosfere che vanno dal sepolcrale al torrido. Voglio citare soltanto la parte finale di When to stop, dall'inattesa atmosfera spagnoleggiante, segno di una creatività che poteva non avere limiti.
La ristampa del cd contiene ben 8 pezzi che vanno a pescare da registrazioni precedenti al 33 giri, da ascoltare con eguale attenzione.
(Originalmente pubblicato il 20/02/2008)
Andromeda è un disco di prog senza tastiere, ma anche di hard-blues a schema sciolto e senza regole. Anche se Cann scrive quasi tutti i pezzi e la sua chitarra svisa a tutto gas, di certo la sezione ritmica non è secondaria. In particolare Hawksworth è un bassista pulsante in eterno assolo, una mitragliatrice di note dalle munizioni infinite. Le strutture restano fondamentalmente legate alla forma canzone, retaggio indubbio dei '60, eppure i continui cambi di tono e tempo aprono varchi indissolubili sul progressive nascente. Ad esempio, ci sono tre pezzi sul vinile originale che sono ciascuno divisi in tre parti, ognuna col proprio titolo. Tre mini-suite lunghe non più di 8 minuti in cui sono concentrate tonnellate di idee, con atmosfere che vanno dal sepolcrale al torrido. Voglio citare soltanto la parte finale di When to stop, dall'inattesa atmosfera spagnoleggiante, segno di una creatività che poteva non avere limiti.
La ristampa del cd contiene ben 8 pezzi che vanno a pescare da registrazioni precedenti al 33 giri, da ascoltare con eguale attenzione.
(Originalmente pubblicato il 20/02/2008)
Nessun commento:
Posta un commento