Un quartetto di Cleveland, un pregevolissimo incrocio fra Tortoise e i Karate indie-jazz della seconda fase. Dei padri del post-rock hanno in comune il massiccio uso del vibrafono, dei secondi la relazione stretta con la forma canzone, la voce di Tony Cavallario che ricorda molto Geoff Farina e la tendenza a swingare su strutture che comunque non hanno perso la radice indie-rock.
Un disco piacevole e frizzante, con notevole sfoggio di tecnica strumentale da parte di tutti e quattro. Senza essere troppo auto-indulgenti, gli Aloha snocciolano 10 pezzi da ascoltare in totale relax.
Forse un po' freddi, ma non si può avere tutto dalla vita, no?
(Originalmente pubblicato il 18/02/2008)
Un disco piacevole e frizzante, con notevole sfoggio di tecnica strumentale da parte di tutti e quattro. Senza essere troppo auto-indulgenti, gli Aloha snocciolano 10 pezzi da ascoltare in totale relax.
Forse un po' freddi, ma non si può avere tutto dalla vita, no?
(Originalmente pubblicato il 18/02/2008)
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