mercoledì 21 aprile 2010

Angel in heavy syrup - I (1991)

Sono sempre stato molto affascinato dal Giappone e da come i suoi esponenti musicali abbiano saputo riprendere certe sonorità tipicamente occidentali e farle loro rimasticandole con ottica nipponica. Un plauso va sicuramente fatto a questo gruppo al femminile che nel 1991 faceva uscire il proprio debutto all'insegna di un rock-psych altamente atmosferico dalle molteplici influenze. Space Giant Eye apre con un teso strumentale che dà subito sfoggio delle qualità delle ragazze, con wah wah e fuzz bass a manetta. I'm sure to meet you dura 10 minuti e dilata le atmosfere con chitarre californiane, salvo poi cambiare rotta a metà pezzo per calmarsi su quote pacifiche e rilassate. Why don't you take... eredita il vocalismo di Alison Shaw dei Cranes, ma il cantato è in giapponese e la chitarra distorta in sottofondo crea un ibrido davvero straniante.
Underground Railroad ricorda gli Ash Ra Temple, My Dream invece propone un aria tipicamente dark-wave, forse amplificata dai vocalizzi eterei della bassista-cantante. Con Crazy Blues si termina alla grande ai '70, trattasi infatti di una splendida jam di 12 minuti dal tocco felpato, e con un basso effettato nel finale da ascoltare veramente.
Queste ragazze hanno classe e gusto, indubbiamente hanno ascoltato molto i Pink Floyd degli inizi ma hanno saputo filtrare le influenze in maniera sapiente proponendosi in maniera realmente alternativa.

(Originalmente pubblicato il 23/02/2008)

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