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Posso solo lontanamente immaginare l'incredibile atmosfera che si deve essere creata in questa chiesa, seppur il riverbero sia totalmente assente. La voce struggente e il piano essenziale di Antony mettono subito i brividi con
You stand above me, un minuto e mezzo di statura gigantesca e commovente, un classico fin da subito.
The lake e
Cripple & the starfish, con l'ausilio di un violino, mostrano un interprete in grande forma che, alleggerito dai pesanti arrangiamenti degli album in studio, dimostra la stoffa di grande cantautore, accorato e passionale.
Lo sciamano David Tibet, che è stato il suo talent scout e primo sostenitore, potrà apparire un filo ostico al confronto, nel predicare sermoni a nervi tesi. Davvero bella però la finale
Walking like shadow, un sussurro drammatico sopra lo scenario di una semplicissima chitarra acustica.
(Originalmente pubblicato il 24/02/2008)
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