Un anno dopo che questo oscurissimo episodio datato 1971 era stato ristampato e risollevato da un oblio totale, Palmer ebbe un'attacco di cuore e morì a 58 anni.
Era stato bassista nei Buffalo Springfield, dai quali era uscito e rientrato diverse volte. Negli anni flower power aveva incarnato la classica figura dell'hippie, e fu arrestato non so quante volte per possesso di droga. Nel 1971 fece uscire per la Verve questo ciclo che si completa e si chiude, quasi un titolo profetico nonchè metaforico.
Profetico perchè praticamente scomparirà dalla quasi totalità della scena musicale, a parte una breve collaborazione con l'amico Neil Young nel 1982. Metaforico perchè si tratta di una mezz'ora scarsa di fantastico jamming circolare. The cycle is complete è un trip nel vero senso della parola, un escursione nell'inconscio galattico di un personaggio che non era solo un eccellente bassista, ma era descritto dai compagni come un tipo molto misterioso e morbosamente devoto alla musica.
Accompagnato da alcuni Kaleidoscope, e avvalendosi in un pezzo di Rick James alla voce improvvisata (ma se non l'avessi letto avrei giurato che si trattasse di Jack Bruce, tale è la somiglianza!), Palmer diede via libera al suo basso pulsante ma discreto, che ovviamente conduceva i motivi con assoli infiniti e frastagliati. Attorno a lui chitarre acustiche, percussioni, organo, mellotron, flauto e oboe sono perfettamente allineati in un sound che definire psichedelico è troppo riduttivo. Non c'è traccia di incubi o bad trip, tutto è permeato da una serenità e da una calma estatica a tratti vagamente jazzata o orientaleggiante.
Insomma, un gioiello di cui è valsa veramente la pena il ripescaggio. E credo che il responsabile della ristampa non possa non essersi sentito sollevato a livello morale quando, un anno dopo, Palmer venne a mancare: il suo capolavoro era stato ripubblicato appena in tempo perchè l'autore lo sapesse e venisse consegnato agli annali.
(Originalmente pubblicato il 06/03/2008)
Era stato bassista nei Buffalo Springfield, dai quali era uscito e rientrato diverse volte. Negli anni flower power aveva incarnato la classica figura dell'hippie, e fu arrestato non so quante volte per possesso di droga. Nel 1971 fece uscire per la Verve questo ciclo che si completa e si chiude, quasi un titolo profetico nonchè metaforico.
Profetico perchè praticamente scomparirà dalla quasi totalità della scena musicale, a parte una breve collaborazione con l'amico Neil Young nel 1982. Metaforico perchè si tratta di una mezz'ora scarsa di fantastico jamming circolare. The cycle is complete è un trip nel vero senso della parola, un escursione nell'inconscio galattico di un personaggio che non era solo un eccellente bassista, ma era descritto dai compagni come un tipo molto misterioso e morbosamente devoto alla musica.
Accompagnato da alcuni Kaleidoscope, e avvalendosi in un pezzo di Rick James alla voce improvvisata (ma se non l'avessi letto avrei giurato che si trattasse di Jack Bruce, tale è la somiglianza!), Palmer diede via libera al suo basso pulsante ma discreto, che ovviamente conduceva i motivi con assoli infiniti e frastagliati. Attorno a lui chitarre acustiche, percussioni, organo, mellotron, flauto e oboe sono perfettamente allineati in un sound che definire psichedelico è troppo riduttivo. Non c'è traccia di incubi o bad trip, tutto è permeato da una serenità e da una calma estatica a tratti vagamente jazzata o orientaleggiante.
Insomma, un gioiello di cui è valsa veramente la pena il ripescaggio. E credo che il responsabile della ristampa non possa non essersi sentito sollevato a livello morale quando, un anno dopo, Palmer venne a mancare: il suo capolavoro era stato ripubblicato appena in tempo perchè l'autore lo sapesse e venisse consegnato agli annali.
(Originalmente pubblicato il 06/03/2008)
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