Una band unica nel saper creare un ambient-rock di gran classe, fortemente ancorato a strutture di stampo '70 (vedi certo kraut-rock ritmato). Mi rendo conto che la definizione post-rock va loro decisamente stretta, vista la grande personalità e perizia tecnica che dimostrano. Questo disco li inquadra in una fase delicata della carriera, appena dopo la collaborazione con John Fahey che incrinò gli equilibri interni della band fino a farne rischiare lo scioglimento. Crashes to light è un lungo disco strumentale di grande effetto, con le chitarre impossibili di Glenn Jones, i synth cervellotici di Robin Amos e una grandissima sezione ritmica, psichedelica nel vero senso della parola! Il batterista picchia con grande dedizione e tatto sui tom e sui piatti come se fosse il Nick Mason di Live in Pompeii reincarnato, mentre il bassista crea linee gommose e felpate.
Una jam-band da paura.
(Originalmente pubblicato il 16/03/2008)
Una jam-band da paura.
(Originalmente pubblicato il 16/03/2008)
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