venerdì 23 aprile 2010

Locanda Delle Fate - Forse le lucciole non si amano più (1977)

Cosa si poteva sperare da un settetto di Asti che debuttava nel 1977, ad epoca progressive abbondantemente morta e sepolta?
Invece credo proprio che la LDF si possa definire come l'ultimo colpo di coda di una stagione dorata, forse la migliore in assoluto per la musica italiana in generale e non solo progressive. E personalmente pongo Forse le lucciole non si amano più fra i migliori 5 dischi italiani del genere.
Praticamente, un capolavoro di tecnica e ispirazione, soprattutto alla luce del fatto che erano ben 7 i componenti! Dev'esserci stato un gran lavoro di composizione da parte di questa mini orchestra che in quei 45 minuti dimostrava un grandissimo affiatamento e una perfetta coesione fra gli strumenti. Le influenze ovviamente erano chiare, ma il piacere che suscita in me l'ascolto del disco resta immutato anche dopo svariate decine di volte.
Innanzitutto, la LDF poteva vantare un cantante di pregio assoluto, Leonardo Sasso, in grado di far impallidire la stragrande maggioranza dei propri colleghi. Un vocalist dal timbro forte e deciso (peccato che il mixaggio finale del disco l'abbia penalizzato!), intonato come uno strumento, in grado di modulare magistralmente la voce anche quando saliva di tono repentinamente. Musicalmente, le caratteristiche sono quelle del classico prog romantico-classicheggiante, fatto di stop & go, cambi repentini di tempi e toni, ricchezza di colori ed eleganza, del tutto privo di sterili virtuosismi.
Fra i pezzi migliori, l'incredibile intro di A volte un istante di quiete, uno strumentale di 7 minuti trasognato e aggressivo allo stesso tempo. La title-track inizia a sfoggiare la voce e i brividi salgono, per 10 minuti di assoluta magia. Profumo di colla bianca e Cercando un nuovo confine si muovono su panorami solari e più rilassati, Sogno di estunno sfodera un ritmo sostenuto e controtempi vertiginosi. Altri 10 minuti fantastici sono forniti da Vendesi saggezza, caratterizzato dall'alternarsi fra mood malinconico e tenebroso.
Peccato per gli altri due pezzi, che vedono alla voce il chitarrista Vevey (Sasso aveva già lasciato il complesso) e sembrano sinceramente stucchevoli oltre misura.
Purtroppo questo scintillante debutto resterà completamente isolato. Dopo oltre 20 anni una formazione rimaneggiata pubblicherà un seguito imbarazzante (in latino).

(Originalmente pubblicato il 31/03/2008)

2 commenti:

  1. Ma da dove attingi tutte ste notizie?
    Per lo più sono nomi a me sconosciuti.
    Cercherò di starti dietro ma vai troppo veloce!
    :D

    Continua così!

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  2. Ciao Ste,
    sono maniaco di musica (vedi sottotitolo del blogghe) da una ventina d'anni, in cui ho sempre cercato di documentarmi, d'informarmi, etc...Da quando esiste la rete poi è chiaro che le cose sono infinitamente più facili.
    PS: i post vanno velocissimi perchè sto ri-pubblicando quelli vecchi, sai com'è, mi hanno cancellato il blog :-)

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