mercoledì 21 aprile 2010

Native Nod - Today puberty, tomorrow the world (1996)

Il titolo di questa raccolta suona proprio come la dichiarazione d'intenti da parte di un quartetto di adolescenti la cui croni-storia ricorda vagamente quella degli Slint. La partenza da giovanissimi, un pugno di songs ispirate e potenti e poi subito dopo lo scioglimento, con conseguente ramificazione di tutti i membri in storie successive con alterni risultati. Tre singoli, 9 songs, l'essenza dell'emo-core inteso come sound bruciante e drammatico in sè stesso, veloce e complesso, il tutto raccolto in questa preziosa stampa Gern Blandsten. Chris Leo fronteggiava al microfono, ed è sicuramente colui che dopo questa fase ha raggiunto i risultati migliori con i Van Pelt prima e con i The Lapse poi. I rintocchi ipnotici della chitarra di Justin Simon su Crossings contribuiscono ad alimentare uno stato di allucinazione che puntualmente svanisce sul crushing-riff del refrain. La mini-suite di Tangled inizia martellante come un pezzo straight-edge per poi trasfigurare in un labirinto inestricabile degno dei migliori Squirrel Bait. La litania malinconica di Bread stride col cantato isterico di Leo, che sembra letteralmente dimenarsi in una camicia di forza nei corridoi glaciali di High tide in Alaska. Gli ultimi due pezzi sono in pratica un anticipo di ciò che da lì a poco sarà Van Pelt: l'arpeggio luminescente di Lower Gi Bleed resta ancora intrappolato in potenti gabbie emo. Il basso lugubre di Runner fa venire un brivido sulla schiena mentre Chris Leo se la ride di gusto....prima che lo sconquasso ed un cambio memorabile di melodia chiudano per sempre la storia brevissima di un gruppo micidiale.
La pubertà è già finita, il mondo è grande.

(Originalmente pubblicato il 03/02/2008)

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