Nulla di nuovo sotto il sole, eppure è fatto veramente bene.
I PJ sono un quartetto americano che ha assimilato, masticato, digerito e poi sputato per bene il meglio del noise-grunge degli ultimi 20 anni. Sono tanti i nomi che vengono in mente ascoltando questo dischetto, e le varie recensioni lo hanno fatto già notare molto bene. Non c'è un momento di noia o di pedissequa imitazione. Questi ragazzi hanno energia e follia da vendere, basti ascoltare l'assalto martellante di People Person per restare impressionati fin dall'inizio. La sezione ritmica è rocciosa ed inarrestabile, il cantante sembra un Jaz Coleman anfetaminizzato fino al midollo. Il chitarrista è forse l'elemento più originale, un maniaco psicopatico in grado di tirare fuori suoni disparati lungo tutto l'arco del disco. Secret Admirer e I've still got you pagano un certo tributo ai migliori Melvins dei primi anni '90. Bad Wind e Scrapbooking invece fanno tornare in mente i due lati opposti dei Jesus Lizard, la prima quelli dissacranti e sgraziati e la seconda quelli avvolti in atmosfere notturne e sinistre. Non mancano inoltre riferimenti all'hardcore dei primi '80, in particolare sui primi Black Flag.
Tanti riferimenti nobili eppure, ripeto, un disco assolutamente da apprezzare.
(Originalmente pubblicato il 15/02/2008)
I PJ sono un quartetto americano che ha assimilato, masticato, digerito e poi sputato per bene il meglio del noise-grunge degli ultimi 20 anni. Sono tanti i nomi che vengono in mente ascoltando questo dischetto, e le varie recensioni lo hanno fatto già notare molto bene. Non c'è un momento di noia o di pedissequa imitazione. Questi ragazzi hanno energia e follia da vendere, basti ascoltare l'assalto martellante di People Person per restare impressionati fin dall'inizio. La sezione ritmica è rocciosa ed inarrestabile, il cantante sembra un Jaz Coleman anfetaminizzato fino al midollo. Il chitarrista è forse l'elemento più originale, un maniaco psicopatico in grado di tirare fuori suoni disparati lungo tutto l'arco del disco. Secret Admirer e I've still got you pagano un certo tributo ai migliori Melvins dei primi anni '90. Bad Wind e Scrapbooking invece fanno tornare in mente i due lati opposti dei Jesus Lizard, la prima quelli dissacranti e sgraziati e la seconda quelli avvolti in atmosfere notturne e sinistre. Non mancano inoltre riferimenti all'hardcore dei primi '80, in particolare sui primi Black Flag.
Tanti riferimenti nobili eppure, ripeto, un disco assolutamente da apprezzare.
(Originalmente pubblicato il 15/02/2008)
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