venerdì 23 aprile 2010

Quatermass - Quatermass (1970)

Un mirabolante trio di inglesi agli albori della loro carriera di brillantissimi musicisti. John Gustafsson, reduce da un'apparizione su Jesus Christ Superstar, non conoscerà la celebrità ma in futuro avrà modo di essere un sideman di lusso per Ian Gillan, Roxy Music,Hard Stuff e altri. Un grande bassista con una vocalità potente ed alta. Lo stesso Mick Underwood vagherà per tutti i '70 prima di unirsi anch'egli a Gillan. Pete Robinson farà il session man discografico, oltre a suonare per i Brand X. Un prog-power-trio alla EL&P che però non ha nulla da spartire con i manierismi e le leziosità, che sbandò dopo un singolo e questo unico eponimo a causa dell'insuccesso (eh, le pressioni...). Eppure avrebbe meritato maggior fortuna questo sound potente ed arioso, complesso ma di buona presa melodica. Su tutto secondo me svetta la lunga Post War Saturdat Echo, dieci minuti che non possono non avere influenzato il Roger Waters che di lì a un paio d'annni avrebbe concepito gran parte di The dark side of the moon. Le vaghe ascendenze jazz vanno a sbandare con una forma canzone ben marcata, creando un ibrido di epicità ed enfasi vellutata, con la ciliegina della voce di Gustafsson che raggiunge apici altissimi.
Quando i ritmi sono sostenuti i Quatermass sfornano pezzi frizzanti e scoppiettanti come Black Sheep of the family (ripresa qualche anno dopo dai Rainbow di R.J.Dio e Blackmore), Gemini e i due pezzi del singolo inclusi nella ristampa cd, One Blind Mice e Punting.
Ma i tre non disdegnano divagazioni astratte come Laughing' Tackle o Up on the ground, autentici labirinti strumentali dove l'aspetto tecnico prevale sul tema ma non diventa mai pedante o eccessivamente freddo. Da ricordare.

(originalmente pubblicato il 09/04/08)

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