domenica 25 aprile 2010

Radiohead - B-sides 1997-2003 (23 songs)

Adesso che il clamore mediatico a loro si è notevolmente ridimensionato si può essere forse un pelo più obiettivi nell'ascolto. Anni fa, circondato dall'entusiasmo di amici e stampa, facevo fatica ad analizzare arbitrariamente l'operato del quintetto oxfordiano.
Li ho sempre ammirati e il mio giudizio resta molto positivo nei loro confronti, credo che abbiano molti più meriti che colpe. Innanzitutto è rarissimo che una stessa formazione resista ormai da 20 anni, poi la voglia di sperimentazione, la crescita e la ricerca di libertà espressiva fino all'affrancamento dalla major, sono fattori innegabili e sacrosanti al di là di ogni critica tecnica. In rainbows purtroppo è stato un po' deludente, peccato. Non basta certo a ridimensionare lo status di una band che negli anni della loro maggiore affermazione artistica ha pubblicato sui lucrativi cd singles (quasi sempre il fine delle major è di spillare soldi ai fans mettendo scarti e remix inutili) tracce che quasi sempre erano all'altezza dei pezzi sugli album, quando non superiori per sperimentazione e spunti creativi.
1997 Paranoid Android + Karma Police: i retri dei 2 divini manifesti, dei 2 videoclip più agghiaccianti che abbia mai visto, erano davvero ottimi e sapientemente mixati: Polyethylene era la classica power-ballad spigolosa ed intensa, ma aveva una marcia in più rispetto a certi pezzi di Ok Computer. A reminder, lento, nebbioso e malsano. Pearly, emo-rock che influenzerà enormemente i Muse. Melatonin, levitazione aerea in stile kraut. Meeting in the aisle, strumentale elettronico impressionistico. Lull, una variante più briosa e solare di No surprises.
1998 No Suprises: Palo Alto, residuato chitarristico incendiario di The bends. How I made my millions, dolente bozzetto pianistico dal sapore cinematografico.
2000 Pyramid Song: Fast track, plasma visionario. Li ho amati per avermi conciliato con certi sound prettamente elettronici che reputavo troppo freddi e distaccati; in mano ai Radiohead, la materia elettronica può sembrare anche glaciale, ma l'approccio tradizionalmente rock delle loro radici ha sempre deviato il tutto in maniera geniale. Trans atlantic drawl, collage free-form furioso ed ottundente. Kinetic, ombrosa meccanizzazione di melodia dolente.
2001 Knives Out: Cuttooth, i Muse hanno già sbancato il mondo ma devono ancora prendere qualche lezione di stile. Worrywort, ancora kraut music del 21° secolo. Fog, in punta di piedi e suoni, in crescendo con grazia e stile.
2003 There there - Go to sleep - 2+2=5; Paperbag writer, sample sinfonici e upbeat si rincorrono in un fantasma di song. Where bluebirds fly, vocalità religiosa in un encefalogramma stabilmente nevrotico. I am citizen insane, il ritmo delle metropolitane e il sound degli slogan commerciali. Fog again (live), la ripresa umana di Fog, rende giustizia al songwriting illuminato di Yorke. Gagging order, il ritorno alla campagna. I am wicked child, il ritorno all'infanzia. Skttrbrain (Four Tet Remix), l'androide ha superato le sue paranoie. I will (Los Angeles Version), le emozioni sono ormai disperse in un mare di tristezza.
Comunque grandi.

(originalmente pubblicato il 06/05/08)

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