Rimasterizzazione del mitico secondo album più un raro ep di qualche tempo dopo. All'inizio degli anni '90 Steven Wilson guidava una delle sensazioni psichedeliche-progressive destinate ad un discreto successo (soprattutto in Italia), grazie anche ad un indiscutibile matrimonio con la musica elettronica fusa con la fascinazione tipica del retaggio storico, ovvero Pink Floyd e King Crimson in primis. E grazie anche all'ingaggio di un personaggio come Richard Barbieri, in grado di reinventarsi una carriera creativa di primo livello.
Up the downstair fu il 2° album, forte di una maggiore coesione e di due fantastici pezzi di grande atmosfera (o come disse Mixo alla radio anni fa, la psichedelia più pinkfloydiana...) come Always Never e Small Fish, che mettono in mostra anche le indubbie qualità tecniche della formazione. La title-track è un dance-ambient interrotta brevemente da riff massicci, Not beautiful anymore è uno strumentale ad alto tasso energetico, Burning sky sfodera suggestivi panorami arabeggianti. La chiusura è riservata a Fadeaway, che avrebbe fatto un figurone su Rain Tree Crow, incisa solo un paio di anni prima dai Japan riuniti.
Staircase infinities fu un EP a edizione limitata pubblicato nel 1994 che comprendeva inediti del 1992-93 che sarebbe stato veramente ingiusto lasciare negli scaffali. Cloud zero è uno showcase delle chitarre del leader su tappeti siderali di tastiere. The joke's on you replica le perle simil-floydiane. Su Navigator e Rainy taxi sono invece le grandi doti di arrangiatore di Barbieri a venire fuori alla grande.
Yellow Hedgerow Dreamscape chiude con 10 minuti emozionanti che riescono a fondere un po' tutte le caratteristiche del mix dei PT, aggiungendo suggestioni wave nella sezione ritmica.
Un gruppo che fondamentalmente non ha inventato nulla, ma che ha fatto dello stile e del sound i propri cavalli di battaglia, creando uno zoccolo duro di fans fedele nel tempo.
(originalmente pubblicato il 08/05/08)
Up the downstair fu il 2° album, forte di una maggiore coesione e di due fantastici pezzi di grande atmosfera (o come disse Mixo alla radio anni fa, la psichedelia più pinkfloydiana...) come Always Never e Small Fish, che mettono in mostra anche le indubbie qualità tecniche della formazione. La title-track è un dance-ambient interrotta brevemente da riff massicci, Not beautiful anymore è uno strumentale ad alto tasso energetico, Burning sky sfodera suggestivi panorami arabeggianti. La chiusura è riservata a Fadeaway, che avrebbe fatto un figurone su Rain Tree Crow, incisa solo un paio di anni prima dai Japan riuniti.
Staircase infinities fu un EP a edizione limitata pubblicato nel 1994 che comprendeva inediti del 1992-93 che sarebbe stato veramente ingiusto lasciare negli scaffali. Cloud zero è uno showcase delle chitarre del leader su tappeti siderali di tastiere. The joke's on you replica le perle simil-floydiane. Su Navigator e Rainy taxi sono invece le grandi doti di arrangiatore di Barbieri a venire fuori alla grande.
Yellow Hedgerow Dreamscape chiude con 10 minuti emozionanti che riescono a fondere un po' tutte le caratteristiche del mix dei PT, aggiungendo suggestioni wave nella sezione ritmica.
Un gruppo che fondamentalmente non ha inventato nulla, ma che ha fatto dello stile e del sound i propri cavalli di battaglia, creando uno zoccolo duro di fans fedele nel tempo.
(originalmente pubblicato il 08/05/08)
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