domenica 25 aprile 2010

Rovescio Della Medaglia - La Bibbia (1971)

Un gruppo seminale come pochi, sia nell'ambito del progressive di cui furono forse l'unica espressione priva di tastiere, sia in generale per l'Italia. Non mi pare che prima del 1971 siano stati pubblicati artisti che facevano hard-rock nello stivale! I RDM erano un quartetto romano composto dal front-man e flautista Pino Ballarini e da un power-trio compatto e tecnicamente eccelso, Enzo Vita, Stefano Urso e Gino Campoli.
La Bibbia fu registrato in maniera assolutamente vintage, live su un 2 tracce, ed è chiaramente un concept sulle sacre scritture. Ma al di là del tema piuttosto anacronistico è molto rilevante il sound del Rovescio, in cui la novità era sicuramente la chitarra distorta. Tony Iommi e i Black Sabbath avevano debuttato appena un anno prima in Inghilterra, quindi andrei cauto nel citare influenze che potrebbero screditare Vita. Ad esempio l'inizio di Sodoma e Gomorra ricorda parecchio Wicked World, ma ricordo anche di aver letto in diverse interviste che a quei tempi i dischi inglesi potevano arrivare con grosso ritardo e solo da pionieri coraggiosi, quindi diamo al Rovescio ciò che è del Rovescio. Anche perchè effettivamente era davvero un'ottimo gruppo, dai fraseggi serrati e vorticosi, un vero calcio nel culo alla musica leggera! Urso e Campoli erano una sezione ritmica davvero solidissima, con il bassista in particolare capace di elaborare scale velocissime ed incisive.
La prima facciata è la migliore. Una intro dark-ambient di riverberi minacciosi ed oscuri, Il Nulla, precede l'esplosione di La Creazione. Una serie di fraseggi blues-metal spietati, fratturati, ripresi e spezzettati nel miglior stile progressive, con l'aggiunta della voce squillante e vibrata di Ballerini. Il sentore di epico trasuda da ogni nota anche nel proseguimento dell'Ammonimento.
Sodoma e Gomorra fa ripartire il lato B con un tiro micidiale, seguito dalle atmosfere sinistre e barcollanti di Il Giudizio, degno dei migliori Andromeda, che si dilunga per 16 minuti. Il Diluvio chiude con un altra emissione di rumorismo inquietante, creando forse uno storico anticipo di almeno 10 anni sui primi esperimenti della musica Industriale!!!!
Insomma, dei grandi precursori che nei dischi successivi si uniformeranno al prog allora imperante, aggiungendo le tastiere, raffinando la produzione e facendo il solito disco con l'orchestra, che può piacere o non piacere, per carità.....
Intanto però questo grezzo e violento La Bibbia resta uno degli episodi più coraggiosi e avanti nella storia della musica italiana di tutti i tempi.

(originalmente pubblicato il 27/04/08)

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