Il risultato è un disco assolutamente devastante: i muri di chitarra ritmici di Mengede fanno da base agli assoli atonali e ai feedback assordanti di Hamilton, il cui canto è un lamento monocorde deciso e angosciato. Il sound d'insieme sotterra parecchio il basso di Bogdan, che avrà modo di rifarsi con le prove successive. Ma il vero protagonista del disco secondo me è Stanier, un autentica macchina da guerra che marchia a fuoco il sound. Oltre all'influenza dei KJ, di cui facevano uscire la cover di Primitive su un singolo del periodo, quella dei Big Black è udibile fra i cumuli di macerie. Laddove la maggior parte del disco è un blocco di granito compatto che gioca sull'alternanza fra tempi pari e dispari, che si muove fra muri sfondati da migliaia di decibel, ci sono alcune varianti molto interessanti, come l'atmosfera malsana di Sinatra o il blues sfigurato di Make Room. Ma i macigni di Repetition, Rude, Bad Mood, FBLA, Blacktop, Distracted e Born Annoying hanno settato gli standard che pochi anni dopo bands come i Tool o i Korn assimileranno per conquistare il mondo, checchè ne possano dire.
Un colosso.
gran disco,in effetti..poi il nulla però...
RispondiEliminaBè, i due successivi non furono certo all'altezza ma non erano neanche da buttare via. Meglio la raccolta "Born Annoying" che raccoglie frattaglie sparse dei primi anni. Dopo, solo dischi bruttissimi.
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