Mark Hollis si sarà mangiato le mani, se l'ha sentita, per non aver scritto Fingerspit, un killer che avrebbe fatto un figurone su Spirit of Eden o Laughing Stock. Chitarra che prima è un filo e poi s'ingrossa, cassa e piatti appena udibili, piano e basso che fanno meno dell'essenziale. Dissonanze free-jazz introducono la seconda fase, strumentale e più piena, di questi 8 minuti e mezzo epocali. Così come Sylvian avrà trovato qualcosa di familiare su Eyes & Smiles, altri 8 minuti paradisiaci con trombe a ruota libera e quelle chitarre sognanti che fanno lievitare il tutto. Il brano finale, Pendulum Man, sembra una variante ambient-minimalista al BP sound, una chiusura cosmica per un disco assolutamente stellare.
mercoledì 21 aprile 2010
Bark Psychosis - Hex (1994)
Mark Hollis si sarà mangiato le mani, se l'ha sentita, per non aver scritto Fingerspit, un killer che avrebbe fatto un figurone su Spirit of Eden o Laughing Stock. Chitarra che prima è un filo e poi s'ingrossa, cassa e piatti appena udibili, piano e basso che fanno meno dell'essenziale. Dissonanze free-jazz introducono la seconda fase, strumentale e più piena, di questi 8 minuti e mezzo epocali. Così come Sylvian avrà trovato qualcosa di familiare su Eyes & Smiles, altri 8 minuti paradisiaci con trombe a ruota libera e quelle chitarre sognanti che fanno lievitare il tutto. Il brano finale, Pendulum Man, sembra una variante ambient-minimalista al BP sound, una chiusura cosmica per un disco assolutamente stellare.
Etichette:
Ambient-Rock,
Cult Music
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento