Il debutto della cantautrice catanese generò una sensazione di freschezza nell'ammuffito e irrancidito panorama della musica leggera italiana. Merito senz'altro di un background istillatole dal padre musicista e dagli ascolti di rock e blues che l'hanno accompagnata fin dall'infanzia. Come in un ideale punto d'incontro fra Usa e Sicilia, Carmen elabora un suo stile estremamente personale di interpretazione e di vocalità. Una voce inconfondibile, dal timbro spesso e vagamente nasale, quasi fragile sui toni bassi ma estremamente potente e vibrante sugli alti.
Peccato che, dopo questo esaltante esordio, abbia perso progressivamente quello stile rustico e spontaneo, forse vittima del successo che la travolse, forse vittima della paura di ripetersi. Il suo percorso, nel tentativo di evolversi, l'ha resa quasi artefatta ed eccessivamente barocca.
Intanto però questo Due Parole resta un piccolo gioiello nonostante l'apertura non sia certo il massimo. Con Amore di plastica partecipò a Sanremo e dovette adattarsi alla situazione presentando un brano stucchevole su cui si stagliava l'ombra scura e deleteria di Mario Venuti... Ma subito superato il compromesso commerciale, iniziano i tuffi al cuore a partire dall'incredibile Questa notte una lucciola...., uno struggente e atmosferico pezzo dalla melodia evocativa, caratterizzato da un tempo medio che scandisce archi tempestosi e da un ritornello drammatico che mette in mostra le sue grandi doti vocali.
Una cima ineguagliabile di soli 2 minuti.
Ma anche i pezzi successivi non sono da meno. Sulla mia pelle e Posso essere felice sono altri brividi suonati in punta di dita, con stupende progressioni melodiche. Gli arrangiamenti sono asciutti e perfetti; il violino in sottofondo crea panorami riverberati, le chitarre arpeggiate e la sezione ritmica sono funzionali e di gusto, il tutto suonato da eccellenti musicisti siciliani.
Carmen dimostra un grande talento anche quando c'è da attaccare la spina: Non ti ho mai chiesto e Fino a quando sono perle di desert-pop-rock, in cui la voce viene affiancata da una chitarra solista in contrappunto discreto. Sul fronte più spiccatamente melodico eccelle La Stonato, il pop lunare perfetto che avrebbe dovuto (voluto???) portare al Festival.
Ma la punta da affiancare a Questa notte.... è il suo contraltare elettrico, Vorrei dire. Un pezzo dalla rabbia splendente e controllata, in cui un testo disperato si fa notare sopra una struttura agitata, con chitarre vorticose.
Il resto del disco è appena una spanna sotto i sopra citati. Quello che mi stupisce, a 12 anni di distanza, è il fatto che quando mi metto ad ascoltarlo non riesco a smettere, anche ripetutamente. Come a dire: con la spontaneità che la permeava nei suoi 20 anni, Carmen Consoli ottenne il massimo risultato con la minima determinazione.
(originalmente pubblicato il 11/04/08)
Peccato che, dopo questo esaltante esordio, abbia perso progressivamente quello stile rustico e spontaneo, forse vittima del successo che la travolse, forse vittima della paura di ripetersi. Il suo percorso, nel tentativo di evolversi, l'ha resa quasi artefatta ed eccessivamente barocca.
Intanto però questo Due Parole resta un piccolo gioiello nonostante l'apertura non sia certo il massimo. Con Amore di plastica partecipò a Sanremo e dovette adattarsi alla situazione presentando un brano stucchevole su cui si stagliava l'ombra scura e deleteria di Mario Venuti... Ma subito superato il compromesso commerciale, iniziano i tuffi al cuore a partire dall'incredibile Questa notte una lucciola...., uno struggente e atmosferico pezzo dalla melodia evocativa, caratterizzato da un tempo medio che scandisce archi tempestosi e da un ritornello drammatico che mette in mostra le sue grandi doti vocali.
Una cima ineguagliabile di soli 2 minuti.
Ma anche i pezzi successivi non sono da meno. Sulla mia pelle e Posso essere felice sono altri brividi suonati in punta di dita, con stupende progressioni melodiche. Gli arrangiamenti sono asciutti e perfetti; il violino in sottofondo crea panorami riverberati, le chitarre arpeggiate e la sezione ritmica sono funzionali e di gusto, il tutto suonato da eccellenti musicisti siciliani.
Carmen dimostra un grande talento anche quando c'è da attaccare la spina: Non ti ho mai chiesto e Fino a quando sono perle di desert-pop-rock, in cui la voce viene affiancata da una chitarra solista in contrappunto discreto. Sul fronte più spiccatamente melodico eccelle La Stonato, il pop lunare perfetto che avrebbe dovuto (voluto???) portare al Festival.
Ma la punta da affiancare a Questa notte.... è il suo contraltare elettrico, Vorrei dire. Un pezzo dalla rabbia splendente e controllata, in cui un testo disperato si fa notare sopra una struttura agitata, con chitarre vorticose.
Il resto del disco è appena una spanna sotto i sopra citati. Quello che mi stupisce, a 12 anni di distanza, è il fatto che quando mi metto ad ascoltarlo non riesco a smettere, anche ripetutamente. Come a dire: con la spontaneità che la permeava nei suoi 20 anni, Carmen Consoli ottenne il massimo risultato con la minima determinazione.
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