L'apertura è poco più di un minuto memorabile; September, un soffio di vento autunnale per piano, archi e la voce divina di Sylvian. Una miniatura da incorniciare.
Si può dire di tutto sui suoi 30 anni di carriera (ne ha appena compiuti 50, auguri!), e penso che spesso la critica sia stata poco generosa. Forse per la sua auto-indulgenza, a volte definita presuntuosità, forse per il fatto che ha sempre avuto al suo fianco una miriade di collaboratori molto illustri. Eppure la sua personalità e il suo gusto non andrebbero minimamente discussi. Ok ha avuto alti e bassi come tutti (chi non li ha avuti in 30 anni?), ma a me basta sentire la voce per restare incantato.
Secrets of the beehive fu il suo 3° album e fu decisamente sommesso, acustico e intimista. E' sempre stata la dimensione di Sylvian che preferisco, al proposito ricordo di averlo visto live da solo nel 1998 in un teatro a Bologna, mi emozionò di brutto.
Come già detto, September è un inizio che rende subito l'idea dell'umore del disco; lievemente malinconico, continuando un discorso che iniziò timidamente coi Japan in pezzi come Nightporter. Accompagnato come al solito da musicisti sopraffini come Sakamoto, Torn, Thompson, Isham e Jansen, Sylvian concepisce un trionfo di piano, chitarre acustiche, contrabbasso, archi, spazzole e pochissimo synth, il giusto tappeto.
The boy with the gun e Orpheus sono escursioni in un campo jazz-cantautoriale di classe senza limiti. Gli arrangiamenti di Sakamoto e Gascoigne sono lezioni di altissimo livello in un periodo (il 1987) in cui francamente c'era molto da inorridire sul trend generale.
I virtuosismi all'acustica di Phil Palmer in When the poets dreamed of angels illuminano un sentiero oscuro trattato da Sylvian fatto di canti lunari, di brughiere all'alba, di misticismo spirituale. Allo stesso modo ascoltando Waterfront, composto unicamente dalla nuda voce e dalla sinfonia d'archi, si ha come un senso di levitazione.
Inserita come bonus track sulla prima ristampa del cd si trova il debutto su singolo, Forbidden Colours, sempre tenuta a battesimo da Sakamoto.
(Originalmente pubblicato il 03/03/2008)
Si può dire di tutto sui suoi 30 anni di carriera (ne ha appena compiuti 50, auguri!), e penso che spesso la critica sia stata poco generosa. Forse per la sua auto-indulgenza, a volte definita presuntuosità, forse per il fatto che ha sempre avuto al suo fianco una miriade di collaboratori molto illustri. Eppure la sua personalità e il suo gusto non andrebbero minimamente discussi. Ok ha avuto alti e bassi come tutti (chi non li ha avuti in 30 anni?), ma a me basta sentire la voce per restare incantato.
Secrets of the beehive fu il suo 3° album e fu decisamente sommesso, acustico e intimista. E' sempre stata la dimensione di Sylvian che preferisco, al proposito ricordo di averlo visto live da solo nel 1998 in un teatro a Bologna, mi emozionò di brutto.
Come già detto, September è un inizio che rende subito l'idea dell'umore del disco; lievemente malinconico, continuando un discorso che iniziò timidamente coi Japan in pezzi come Nightporter. Accompagnato come al solito da musicisti sopraffini come Sakamoto, Torn, Thompson, Isham e Jansen, Sylvian concepisce un trionfo di piano, chitarre acustiche, contrabbasso, archi, spazzole e pochissimo synth, il giusto tappeto.
The boy with the gun e Orpheus sono escursioni in un campo jazz-cantautoriale di classe senza limiti. Gli arrangiamenti di Sakamoto e Gascoigne sono lezioni di altissimo livello in un periodo (il 1987) in cui francamente c'era molto da inorridire sul trend generale.
I virtuosismi all'acustica di Phil Palmer in When the poets dreamed of angels illuminano un sentiero oscuro trattato da Sylvian fatto di canti lunari, di brughiere all'alba, di misticismo spirituale. Allo stesso modo ascoltando Waterfront, composto unicamente dalla nuda voce e dalla sinfonia d'archi, si ha come un senso di levitazione.
Inserita come bonus track sulla prima ristampa del cd si trova il debutto su singolo, Forbidden Colours, sempre tenuta a battesimo da Sakamoto.
Disco bellissimo, veramente. Tra l'altro, lo sto ascoltando parecchio in questo periodo.
RispondiEliminaL'ho scoperto e acquistato di recente, seguendo un consiglio tuo e di Allelimo (se non sbaglio, entrambi lo considerate il migliore di Sylvian).
Sì, tutti e due. Credo che sia un disco che guadagna col tempo, perchè ha dei suoni "naturali" che in quegli anni non erano mica tanto in voga.
RispondiEliminaPer me è uno dei 10 dischi "definitivi" di quel decennio.
Per curiosità, mi puoi dire anche gli altri 9?
RispondiEliminaMah, direi, senza starci tanto a pensare:
RispondiEliminaJoy Division - Closer
Killing Joke - Killing Joke
Echo & The Bunnymen - Heaven up here
Cure - Pornography (o Faith, dipende dai momenti)
David Sylvian - Brilliant Trees
Squirrel Bait - Squirrel Bait
Lucio Battisti - Don Giovanni
Dinosaur Jr. - You're living all over me
Husker Du - Zen Arcade
Talk Talk - Spirit of eden
Grazie, approfondirò con piacere.
RispondiEliminaQuesto e i primi due della lista senz'altro anche per me.
RispondiEliminaE' sempre stato il mio disco di Sylvian preferito...sebbene per affetto significhi di più (per me) Brilliant Trees... Ma questo, dal giorno in cui uscì fino ad oggi, non è ancora riuscito a stufarmi.
RispondiEliminaDue cose (giusto per fare la maestrina stronza):
La copertina lassù non è quella di Beehive ma di Brilliant Trees.
Poi: Suppongo si dica presunzione... "presuntuosità" mi suona male. magari esiste?
Grazie anche a te, Lucien. Io sugli anni '80 son praticamente tabula rasa, ma sto provando a recuperare un po', almeno per farmi un'idea delle cose migliori.
RispondiEliminaP.S. Oh, è una figata veder ricomparire così tutti i vecchi post!
Simone: guarda, nonostante la noia del lavoro tecnico in sè, mi sto divertendo comunque...
RispondiEliminaJoyello: Ciao! Hai ragione su entrambe le cose. Sulle foto, ti dico, di solito non sono così restrittivo, non metto praticamente mai la cover del disco in esame ma scelgo una foto che mi piace o mi ispira che ritragga l'artista in esame.
"Presuntuosità" è uno di quei neologismi che ogni tanto tendo a creare, fondamentalmente perchè non ho studiato italiano, ma ragioneria! :-D
Ma stiamo parlando degli anni '80?
RispondiEliminaDirei che anche questi non sono dimenticare:
Nick Cave: From Her To Eternity
Feelies: Crazy Rhythms
Flaming Lips: Telepathic Surgery
My Bloody Valentine: Isn't Anything
Nick Cave: The Firstborn Is Dead
Sonic Youth: Bad Moon Rising
Sonic Youth: Daydream Nation
Sonic Youth: Evol
Sonic Youth: Sister
Flaming Lips: Oh My Gawd
Jesus And Mary Chain: Psychocandy
Loop: Heaven's End
Spacemen 3: Playing With Fire