
Questo bel cd viola con copertina rosso fuoco mi arrivò a casa nel Natale del 1993, in un periodo in cui ero completamente flippato per
Ummagumma dei Pink Floyd, che ascoltavo a ripetizione. Mi aveva colpito la recensione colorita e fantasiosa di Giampiero Fleba su Rockerilla...E comunque, questi 4 hippies di Newcastle mi sconvolsero fin dai primi secondi di questo disco:
Chocolate Staircase ha un attacco del tutto simile a
Set the controls for the heart of the sun. Ma paragoni a parte, questo disco denotava, fin dai primi ascolti, uno strano ibrido, emozionante e luminoso: un po' Pink Floyd, un po' Nirvana. Ferank Manseed aveva un ruggito vibrante poco ortodosso ma molto efficace, Steve Svayambunath era un chitarrista che (reduce da un esperienza in India) aveva mandato a memoria la lezione di Hendrix ma non disdegnava schitarrate alla Cobain. I rabbiosi anthem psych-grunge
Hammer Rash, Filling in time, Feed it scuotono ancora oggi.
Nel mezzo, anche qualche cosa degli Hawkwind più pastorali (
Spiral Eye), dei Doors più mistici
(l'intro di
Slow Burn), e addirittura frammenti di pura ambient
(Gaia's love hole).
Niente male per 4 hippies che si erano fatti arrestare perchè saliti su un palco con delle pistole ad acqua!
(Originalmente pubblicato il 11/12/2007)
Nessun commento:
Posta un commento