martedì 20 aprile 2010

Explosions in the sky - The earth is not a cold dead place (2003)

Sul post-rock si è detto tutto, compreso il fatto che qualcuno in fondo si è un po' stancato, si è detto che è stato come il progressive, che si è bruciato ed esaurito nella sua auto indulgenza, nella sua vanità, che è diventato sterile....Poco importa. Quando un disco mi dà delle emozioni profonde e mi fa venire la pelle d'oca, non sto a guardare il capello. E neanche a leggere i giornali.
Dal Texas, gli E.I.T.S., quattro ragazzi che debuttano un anno prima delle Torri Gemelle, con un nome così, e con uno di loro che ha un cognome pseudo-arabo...Mah!
Ok, filed under post-rock. Va bene, ci può stare. Questo disco mi ha sconvolto fin dal primo ascolto. Non si pensi a strutture algide e fredde, non si pensi ai Tortoise. Ok, si provi a pensare ai G.Y.B.Emperor, ma con meno pompa, più asciutti e più bravi a comporre.
Questo disco mi fa venire la pelle d'oca. Mi fa venire in mente le mie sensazioni da bambino, mi pensare all'innocenza.
E' limpido e chiaro. Mi piace ascoltarlo la sera, in cima ad un monte, con un panorama sconfinato davanti, in cui si vede il mare a 40 km di distanza. Mi fa pensare ad orizzonti lontani, di qualsiasi latitudine. Mi fa pensare al deserto o all'oceano.
Inutile fare analisi critiche. Pochi dischi come questo hanno scavalcato a piedi pari il mio orecchio critico, permettendomi di amarlo senza ritegno, al punto che ho smesso di ascoltarlo da tempo perchè l'ho assimilato troppo...

(Originalmente pubblicato il 18/01/2008)

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