mercoledì 21 aprile 2010

Jack - The jazz age (1998)

Sì, lo so, il Brit-pop inglese di metà anni '90 non ci ha lasciato un granchè come risultati artistici. A me ha lasciato qualche bel ricordo post-adolescenziale, legato al periodo dorato twenty-something. Ad esempio il primo album di questi Jack, Pioneer Soundtracks, fu la struggente colonna sonora della mia partenza per il servizio militare. A distanza di 10 anni il sentire solo una nota di quel disco mi fa drizzare i peli sulle braccia, al ricordo.
Tecnicamente i Jack erano un tentativo del leader, Anthony Reynolds, di sorpassare a destra i Tindersticks nello scrivere ballate tenebrose ed epiche, ricoprendole però di cascate di archi e arrangiamenti orchestrali, tant'è che la formazione al completo poteva anche arrivare alle 10 unità. L'eccesso di melassa e di pompa erano sempre dietro l'angolo, ma bisognava riconoscere loro un certo gusto e una buona qualità nel song-writing.
Non ebbero molto successo, ovviamente. Questo The jazz age era un tentativo un pelo più variegato del debutto, a cui lo preferisco per una maggior apertura e soprattutto per i 2 pezzi finali in scaletta, due autentiche gemme che dovrebbero essere inserite in qualsiasi best of the 90's british music. Love & death in the afternoon è un mid-tempo epico e classicheggiante, un killer-anthem che rappresenta il loro vertice produttivo in tema crooning-rock. Half cut wholly yours invece rappresenta il prototipo della ballata lenta strappalacrime che non fa venire il diabete, ma che fa volare con i suoi grandi spazi. Un tentativo che nel disco precedente avevano fallito con Filthy names.
Il disco successivo uscì dopo 4 anni e fu un fallimento totale. Non sono mai riuscito a sentire i dischi solisti di Reynolds. La cartella zippata che si trova sotto comprende a mò di bonus l'ep Kid Stardust, un episodio minore.

(Originalmente pubblicato il 31/01/2008)

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