venerdì 23 aprile 2010

Joy Division - Remains (Bootleg)

Di recente mi è capitato di vedere Control, il film girato 2 anni fa da Anton Corbijn dedicato alla vita di Ian Curtis. A distanza di oltre un quarto di secolo, un tributo dovuto ad un artista di culto sul quale aveva già agito la moglie scrivendo la biografia una decina d'anni fa. Quella lettura mi aveva in qualche modo impressionato, e il film lo ha fatto ancora di più. A parte la mostruosa somiglianza di Sam Riley, il protagonista, con Curtis, la pellicola ha messo a nudo ancora di più del libro la breve esistenza, i grandi tormenti, la malattia, i rimorsi e gli errori del vocalist di una band che definire storica è niente. Girato in bianco e nero, Control fa respirare aria di punk, new wave, Inghilterra operaia alla fine dei '70, movimento alternativo ed entusiasmo genuino. Attenendosi invece alla vita di Curtis, è inevitabile che affiori in tutta la sua completezza il quadro clinico di una persona profondamente fragile e imprudente, dalla personalità depressiva e in qualche modo superficiale. (A quando una edizione con dialoghi in italiano???)
Nel corso degli anni '90 si sono succeduti tributi-cover, riedizioni masterizzate, live riportati alla luce, nel tentativo di svuotare tutti gli archivi possibili esistenti. Il cofanetto "Heart and soul" non aveva raschiato a fondo il barile, e così ecco comparire sulla rete una miriade di bootlegs come questo "Remains", che contiene il seguente materiale:
Recorded 1977-1980 Includes the Pennine Sound Studio demos, BBC, Granada & Arrow studio recordings, Live songs from the Electric Circus 1977, the Paradiso 1980.
I primi pezzi comprendono le primissime registrazioni quando ancora si chiamavano Warsaw, e mostrano un gruppo quasi cacofonico nel suo tentativo di coniare un punk dall'energia grezza che già però aveva un sentore particolare. La voce di Curtis è un urlo di disagio e inadeguatezza, gli altri tre stanno ancora imparando a suonare, il sound è in bassa fedeltà. Un documento preziosissimo, ma only for fans. Il miglioramento generale si intravede con le sessions successive, mentre coi live raggiungevano già un livello di sepolcralità ed intensità assoluta.
Visti i numerosi inediti (il bootleg viene presentato come una raccolta di outtake del box set), è senz'altro obbligatorio per ogni estimatore dei JD. Sperando a questo punto che non esista più nulla di inedito, resta il grande rimpianto di aver perso quest'uomo che cedette alla sofferenza e non fu in grado di sopportare la pressione di tutto ciò che gli stava capitando. Rimpianto che, secondo me, aumenta alla luce di ciò che hanno fatto i New Order in seguito.
Magari anche lui sarebbe cambiato con gli anni '80, magari avrebbe smesso comunque di cantare, chissà.....

(Originalmente pubblicato il 27/03/2008)

2 commenti:

  1. il 18 maggio sono 30 anni che ian se ne andato..qualcosa per ricordarlo?

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  2. Mah, mi sa che guarderò "Control" per la seconda volta...

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