domenica 25 aprile 2010

Shadow Project - Dreams for the dying (1992)

Di poco inferiore all'opus maximum Only theatre of pain nella tormentatissima carriera di Rozz Williams, carismatico ed istrionico vocalist simbolo del dark californiano, questo Dreams for the dying, secondo ed ultimo atto degli Shadow Project. Un disco che ho scoperto da poco tempo, ma meglio tardi che mai. In un panorama come quello gotico, che dopo essersi giocato le carte migliori nei primi '80 è sceso velocemente nel ridicolo fino a toccare il fondo, Williams è sempre stato pressochè una certezza di qualità.
Gli SP erano nati dall'unione artistica con Eva O, sua compagna nella vita privata. Ovviamente le atmosfere sono plumbee e tutto il disco è permeato di riferimenti ossianici e autodistruttivi come nel suo classico stile, ma il leader gode di una splendida forma. La sua voce si sdoppia e si rincorre fra sermoni recitativi e urla disperate, la chitarra è una tortura metallica minimale mentre l'organo di Eva disegna scenari angoscianti sullo sfondo. Importantissima la sezione ritmica di Emery e Morgan, polivalente ed eclettica, in grado di mutare il corso dei brani in maniera camaleontica.
La prima facciata del disco è epica e da olimpo della storia del gotico. Il martellante Static Jesus segna una grande urgenza di espressione. Days of glory è schizofrenia pura, con cambi di tempo ed umore repentini, doom-glam!. Assolutamente geniale Funeral Rites, dove succede di tutto; dall'inizio mistico-psichedelico al bridge tribale, dall'ossessivo rallentato ad un break addirittura swingato con tanto di fiati dissonanti! Credo di non aver mai sentito altrove un esperimento del genere, jazz-dark!
Difficile restare su questi livelli, eppure l'assalto devastante di Zaned People tiene altissimo il livello d'attenzione, con i suoi stop & go allucinati, punk-ambient!
Thy kingdome come stempera un po' le tensioni con una litania sommessa e sospirata. Night stalker è una cavalcata metallica a tutta velocità che spazza via qualsiasi cosa trovi sul proprio cammino. La magnetica Lord of the flies risfodera i fiati deliranti per il break, non ci si può distrarre all'ascolto di questa musica perennemente cangiante, death-prog.
Gli apocalittici esperimenti vocali di Holding you close e The circle and the cross sono suggestioni horror-demoniache che completano il quadro.
Purtroppo non ci sarà un seguito a questo masterpiece. Williams si riprenderà con la forza il marchio Christian Death e di lì a poco interromperà anche la propria relazione con Eva, cadendo sempre più preda di droghe pesanti e depressione cronica che lo porteranno nel 1998 ad impiccarsi.

(originalmente pubblicato il 09/05/08)

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