Dato che ho conosciuto l'arte sublima degli ultimi Talk Talk (con colpevolissimo ritardo) solo un anno fa, il mio entusiasmo è ancora molto giovane.
Spirit of eden per me è ascoltare musica comodamente steso su gommapiuma di una nuvola a 1000 metri d'altezza, con visuale sottostante sul mondo che cambia a seconda del vento.
La loro influenza sulla musica degli anni '90 è stata di una pesantezza indicibile. Spirit of eden compie 20 anni di vita, l'ho scoperto veramente tardi ma non importa, cerco di recuperare il tempo perduto ascoltandolo spesso.... Con le spalle abbondantemente coperte dalla Emi appagata con le tasche strapiene di soldi, Hollis e Friese-Greene furono finalmente liberi da qualsiasi vincolo estetico e dirigenziale e diedero vita a 6 tracce minimali di implosione emotiva.
A parte il delirio soul di percussioni e chitarre deflagranti di Desire, i pezzi sono serviti su un tappeto felpato in cui la voce inconfondibile di Hollis si accomoda, sottilmente nervosa. Batteria finalmente umana fra spazzole, rullanti secchi come si deve e rides sferraglianti. Basso che ozioso si ritaglia la propria strada con poche note marcate. Piano ed organo che contrappuntano impeccabilmente, sbarazzandosi di qualsiasi inutile synth o sequencer vari.
Con Eden, Inheritance, I believe in you su tutte, splendide divagazioni stellari, i Talk Talk spiazzarono mezzo mondo ritirandosi in questo giardino di delizie in cui la fretta è cattiva consigliera, in cui le emozioni sono fatte decantare alla vecchia maniera.
Avrei tanto voluto che Hollis continuasse a fare musica, ma lo stop ha avuto un senso sintetizzato in una massima da lui detta: Prima di suonare due note impara a farne una...e non suonare mai una nota a meno che non ci sia una ragione.
Senza tempo.
(originalmente pubblicato il 13/05/08)
Spirit of eden per me è ascoltare musica comodamente steso su gommapiuma di una nuvola a 1000 metri d'altezza, con visuale sottostante sul mondo che cambia a seconda del vento.
La loro influenza sulla musica degli anni '90 è stata di una pesantezza indicibile. Spirit of eden compie 20 anni di vita, l'ho scoperto veramente tardi ma non importa, cerco di recuperare il tempo perduto ascoltandolo spesso.... Con le spalle abbondantemente coperte dalla Emi appagata con le tasche strapiene di soldi, Hollis e Friese-Greene furono finalmente liberi da qualsiasi vincolo estetico e dirigenziale e diedero vita a 6 tracce minimali di implosione emotiva.
A parte il delirio soul di percussioni e chitarre deflagranti di Desire, i pezzi sono serviti su un tappeto felpato in cui la voce inconfondibile di Hollis si accomoda, sottilmente nervosa. Batteria finalmente umana fra spazzole, rullanti secchi come si deve e rides sferraglianti. Basso che ozioso si ritaglia la propria strada con poche note marcate. Piano ed organo che contrappuntano impeccabilmente, sbarazzandosi di qualsiasi inutile synth o sequencer vari.
Con Eden, Inheritance, I believe in you su tutte, splendide divagazioni stellari, i Talk Talk spiazzarono mezzo mondo ritirandosi in questo giardino di delizie in cui la fretta è cattiva consigliera, in cui le emozioni sono fatte decantare alla vecchia maniera.
Avrei tanto voluto che Hollis continuasse a fare musica, ma lo stop ha avuto un senso sintetizzato in una massima da lui detta: Prima di suonare due note impara a farne una...e non suonare mai una nota a meno che non ci sia una ragione.
Senza tempo.
Nessun commento:
Posta un commento