venerdì 23 aprile 2010

Wire - Send (2003)

Un gran bel ritorno, non c'è che dire. Dopo una decina d'anni di iato dalle ultime deludenti prove, i Wire al gran completo si riunivano per graffiare quasi come ai primi tempi. Ora che lo si è potuto digerire e metabolizzare, questo Send appare ancora così convincente da ritagliarsi un posto fondamentale nella discografia, peraltro doppiato in modo eccellente un par d'anni fa con Object #47. Non è neanche tanto un ritorno alle origini, peraltro: ci sono pur sempre le melodie angolari e catchy di Newman e le spigolature schizoidi di Lewis, ma è tutto calato in una scorza durissima, in un concentrato di furia espressiva che recupera e rielabora il concetto di punk che loro stessi avevano co-coniato nel 1977. I ritmi sono meccanicamente martellanti, le chitarre stracolme di fuzz e strabordanti nelle loro grattugie sonore. E se lo stile vocale del chitarrista appare immutato rispetto al passato, quello del bassista è un salmodiare urticante che mette soggezione.
Praticamente Send non inventa nulla di sensazionale (in più di un occasione pare di sentire i Killing Joke più violenti o i Nine Inch Nails di metà anni '90 o il Moby di Animal Rights), ma ancora una volta è lo stile a fare la differenza, e con l'enorme influenza esercitata negli ultimi 30 anni i Wire possono sempre dire la loro, tornare e fare un mazzo tanto a tutti.

2 commenti:

  1. adoro i wire dai tempi di 154,che è uno dei dichi che han cambiato la mia percezione della musica..ho amato anche le prove soliste di colin..e il loro ritorno è stato più che buono,a differenza di altre reunion penose

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  2. A-Z di Newman è un lavoro all'altezza dei primi 3 Wire...

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