Magazine - Real Life (1978)

Howard Devoto aveva pensato che forse il punk non faceva per lui, seppur i Buzzcocks avessero un certo seguito. E certo aveva visto bene, unendosi a quello che sarebbe stato uno dei chitarristi più richiesti in Inghilterra nel decennio successivo, tal John McGeoch. Ancora meglio vide, reclutando un giovane e talentuoso bassista di colore di nome Barry Adamson, che farà ancora meglio con Nick Cave e come compositore di colonne sonore.
Il debutto fu un rinnegare il punk e il far rivivere l'art-rock-glam dei primi '70, filtrato però con l'ottica della prima new-wave. I Magazine influenzeranno molti gruppi a venire, come i primi Japan e gli Smiths. Shot by both sides era stata scritta ancora insieme al chitarrista dei Buzzcocks Steve Shelley ed era un residuato di power-pop chitarristico. Altrove le tastiere di Dave Formula sono un tappeto sonoro importante, come nell'apertura frizzante di Definitive Gaze e My tulpa, che fanno sembrare a dei Roxy Music infinitamente meno auto-indulgenti e pomposi.
Le cose migliori le troviamo nel lato B del vinile. La mini-suite di Motorcade infonde qualche stralcio di meditazione salvo poi accelerare vigorosamente. Con The great beautician in the sky siamo dalle parti del prog e del vaudeville a ritmo di valzer. I cambi di tono e tempo rendono il tutto molto gradevole, anche nei toni cupi di The light pours out of me, vagamente influenzata dal kraut-rock, che sarà un cavallo di battaglia del loro live di due anni più tardi.
La chiusura è secondo me la gemma del disco, cinque minuti di grazia e pura eleganza, Parade. Un tema che avrà fatto morire d'invidia David Bowie, guidato da pianoforte e synth.
Ma non è un caso che, andando a guardare i credits del disco, trattasi dell'unico pezzo con musiche firmate da Mr. Barry Adamson.

(Originalmente pubblicato il 12/02/2008)